sabato 20 novembre 2004

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ciò che sta oltre la linea dei cassonetti non è considerevole.
Se fosse acqua, sarebbe una normale giornata di novembre,
se fosse l’assenza del sole. otturato da nuvole di peli, sarebbe inizio e preludio all’inverno.
Ma che cazzo di puzza viene dal quel punto,
piegata come fosse luce di lamine lavate fino ai pararuota.
Non credo sia già inverno.
Una povera giornata di merda.non ho mai capito a chi possa appartenere una giornata simile.
Ok stappo il cesso dalle mie chiappe, mi pulisco il culo e il muro, che è ora di ufficio.

sabato 13 novembre 2004

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piove ancora,
come se ancora fosse poco.
Un tempo lungo dei giorni.
La strada si apre e i palazzi sbattono a terra
cadono come scarpe stanche,
raschiano se condomini,
piccoli tocchi di tacchi se villette viziose.
Sudate aperture per interrati che portano a villa boerghese.

domenica 4 aprile 2004

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infilato l’arnese, di lato,
senza affondare,
si è gonfiato come di un nervo.
Dolore vivo, scoperto, come una cappella,
finchè l’aria lo arrostì mentre quella vaga possanza,
nel sangue,
baratta i miei sogni con un vergine buco.

giovedì 1 aprile 2004

femmina

è femmina la notte.
se me la scopo ogni volta con il cappuccio che mi spunta tra il pollice e l’indice.
ma a pensarci è donna il primo mattino, quando mi sveglio tra i catarri delle iridi.
è donna il pomeriggio, tra i sonnecchi delle ore invisibili.
è donna tutto.
attenta!

giovedì 19 febbraio 2004

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la battaglia della pelle fu stancante e secca
tanto che lo sfregare i desideri lasciava rimorsi di palle arse.
le mie mani sulle chiappe larghe dei sensi corrotti dall’essenziale ristagno.
piccoli riccioli nel vezzegiato scoprire al mondo il buco dentro il quale cado…
ogni sera.

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sto dialogando con una fregna davanti al televisore.
Non è un ragazza che tiene le terga, molli, sopra una sedia davanti al mio televisore,
ma sto parlando letteralemtne al mio televisore dietro al cui tubo traspare il viso di merda di una fighetta che balla mentre si tiene per mano ad un tizio nello sprofondare della sera.
qui a casa, invece, niente di romantico, Roma piove come se pisciasse mbriaca e io come un coglione a fissare il monitor e aspettarmi una risposta.
E’ proprio una troia, se mi fa incazzare la spengo. Sta zoccola

venerdì 13 febbraio 2004

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ho appena sparecchiato la sera e credo di aver lasciato macchie di sugo e besciamella alla fine di quest’ora.
Sono preoccupato per il mio trasandante sudiciume. Credevo fossi arrivato al margine, ma ora lo sporco trasborda come un lenzuolo rottto in tagli di zucchine all’uovo e formaggi pressoffusi, per lì dove il lavello precipita in basso. Quell’affare di latta in mezzo alla cucina, col culo di porcellana e il retto, dritto, infilato dentro al muro, sembra una candela alla fine di una scopata.
Da bambino facevo in piccoli pezzi la cera che rimettevo al fuoco in un ciclico supplizio… ora lo stesso ciclo con piatti, pentole e paternali.Ah cazzo ho scordato una zoccola accesa, con la lucina rossa che mi punta tra le gambe.
Vado a segnarmi quel sito e torno.

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ti ho sfiorato la bocca, distorta.
rotta per dove un saltato pixel ti ha regalato un sorriso aperto.
Aperto come il culo di te dietro al monitor.
3 o 4 periferiche corrotte per ogni troia

giovedì 12 febbraio 2004

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avvicina il tuo indice agli occhi, e guardala dietro al profilo.
le sue labbra dischiuse.
ora aspetta che ti si scappelli l’unghia.

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sto cagando e guardo il pomello del bidè.
sanno di riccioli e schiume che si incastrano.
spesso ai peli,
altre volte a fini sentori che sanno d’acero,
altre ancora a quotate intuizioni.
sono solo pensieri con il collo d’anatra.,
ricurvi in cerca di silenzio sotto al cesso.

lunedì 2 febbraio 2004

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mi sta prendendo , lentamente, il viso e poi gli occhi e mi abbandono come un coglione a quell’ insensato sentire sordo sulla pelle della faccia fino a che non mi prenderà il sonno diretto, sarcastico a labbra soottili e poche parole fitte e taglienti che mute mi inculano dopo l’ultimo rutto.12 gradi

e pochi preamboli prima della fitta nel culo

domenica 1 febbraio 2004

vinacciolo di Giselle

vinacciolo di Giselle:
- volumi 11,5
- denominazione non controllata
- rosso secco
- da consumare tra 11/23 gradigià alla valutazione visiva il colore bruno della sua pelle, sotto alla pancia, presumeva africane discendenze. il colore rubino delle sue labbra con riflessi granata sotto al monte di venere, accende i riflussi di infezioni italiche. intenso e profondo l’odore tra i follicoli infestati, ci promette notevoli ricchezze di aromi sotto alle labbra. Un calore non dovuto di arse pestilenze lontane due miglia, fino a sotto le ascelle ci ricorda di colline di vigne e cazzate. Buono infatti il bouquet con sentori di frutta matura, soprattutto ciliegia e prugna e corretta la bocca con note di tabacco e cioccolato che accompagnano un finale sostenuto.

- Prezzo: 30 euro

vinacciolo di Silvia

vinacciolo di Silvia:
volumi 12,5
denominazione balcanica incontrollata
bianca rosata
da consumare tra 22/23 gradiLo stupendo colore rubino dai riflessi violacei ben s’accompagna con le venate fitte di dolori nascosti sotto al mento. Con i profumi di frutta rossa (mora, lampone, susina) nascosti tra le sacche di una vagina gonfia, con un lieve sentore speziato di legno, il tuo menbro si avvizzerà nel tessuto tabasco delle mutande. In bocca è caldo, di buona struttura con note di vaniglia e di tostatura nel crescendo finale. In traslucenza si intravede il profilo arrossato delle colline di Pristina, i suoi peli torciuti e le viti ramate all’imbrunire.
Ottimo il prezzo: 20 euro
Difficile il reperimento, sta morendo di infezioni silenti.

vinacciolo di Bernadette

vinacciolo di Bernadette:
volumi 12
denominazione controllata d’oltralpe
bianco fine e smeraldo
da consumare tra 12/13 gradiSaint-Hilaireè un antica abbazia, circondata da vigneti nei pressi della città di Carcassonne, in cui nel 1531 i monaci benedettini scoprirono che le loro donne potevano fruttare denaro fruttate com’erano tra le natiche. Oggi soltanto la bella Bernadette produce ancora quel piacere viscerale che ti annoda i pelli delle palle sotto all’imbocco della patta. Si trova facilemnte in commercio lungo la dorsale che ti sbatte in testa proprio dietro alla Roma-Ostia 222. La sua fragranza ottenuta da un’asciutto riverso di sperma e uve rigorosamente selezionate con una seconda fermantazione in pancia e un finale affianemento in bottiglia che dilata l’orletto di carne ed essuda puzze.

il prezzo da intenditori: 80 euro
Le ultime volte era distesa, lunga, nel margine destro di una Roma atrofica.

domenica 18 gennaio 2004

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è li in quell’angolo, raccolta, la mia bambina rosa, candita soltanto di zucchero sulle mani.
I piedi in vitree, informe, pose saldati con il calore di chi la ama;
penzola il suo ventre di inconsistenti girini bianchi.
E come un pensiero dondola, rosa, da vicino l’angolo in alto.
Non so perchè sta lì.
In un’altalena di starnuti le mando i miei sorrisi.
Cazzo se vessi potuto afferrarla prima,
da dentro le narici, con le dita.Ma il suo colore non è più verde, la sua consistenza è degli angeli……
forse è perchè sto meglio….. e questa notte guarirò del tutto e verrò a prenderti:
mia piccola bambina rosa.

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tranquilli era solo una caccola

sabato 17 gennaio 2004

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in tv fanno la prova del fuoco, ops del cuoco.
La antonella clerici è un tripudio alla ghiandola,intesa come tettona soda, bianca candida che sa di latte rappreso tra morbidi pareti di pelle tenuta su con unguenti e pasticci al forno.
Mentre i muse mi raccontan di storie sfigate a londra, la bella antonella mena la mani in una pasta di farina e bianco d’uovo, sembrano le sue mani sul mio corpo con il bianco che s’addensa tra le dita che premono e impastano come solo lei sa fare. Il suo amore per me è come il sesso pasticiatto sopra il viso, mentre colati di bianco, e non di uovo, contornano i profili di quegli occhioni di donna matura che arde.
E poi quei riccioli biondi, biondi anche sopra il cranio dove la radice della testa si apre come una fregna e la mia lingua pettina parole che la bella antonella ama ascoltare in camerino, tra uno sfornato e un tortino….. la zoccola.ogni tanto sullo specchio alcune lampadine friggono come nella mia testa e lei gode di ricette calabresi

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ho un pallore che si finge con il mio moccolo, narici increspate, occhi lucidi su cui surfano immagini di una tiburtina che sembra fatta di nebbia.
Ho una milano che mi stringe la gola e mi fa tossire grasso, bronchi lubrificati di catrame di giorni festivi e piccoli sfoghi che mi innalzano i profili.
Ho una bologna che mi fa sognare pompini raffreddati, umidi e non di mucoidi spasmi e una tokio di repiri tronki a metà.
mi manca l’aria pechè il naso è rotto e il respirare di bocca mi fa sembrare una cagna che gode e piange assieme, voglio un’aspirina cazzo.

domenica 11 gennaio 2004

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sono svariate notti che non riesco a prendere sonno, forse per la completa inattività a lavoro o forse per un radicato senso di fancazzismo… mi sento come se mi fossi chiuso in un cassetto, tutto il mio corpo tranne il mio pisello che spunta fuori, incastrato come un grosso giochetto in gomma. Passo le giornate girando per lo studio e la sera, poi, appena tornato mi rinchiudo nel cassetto.
mi riprendo solo quando il mio cane per casa, saltellando arriva a stuzzicare con la linguetta il grosso giochino in gomma che esce dallo stipite. Allora mi disincastro, mi spolvero un pò, mi stiracchio e mi faccio una bella sega.stò cazzo di cane per casa!!!

giovedì 1 gennaio 2004

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devo riprendere la mia sana abitudine di scrivere nel mio blog…… ora che al sera sono tutto solo soletto!

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ho letto da zeno che si lamenta di fregnette di sulmona con i baffi che non la danno.. e io ho aggiunto:”zenone dipende da dove avevano il punto di appiglio di quei baffi, io ho visto donne con dei baffi tra le gambe che erano meglio della shiffer e che non se la tiravano, tranne che in quei momenti in cui ne volevano 10 di cazzi dentro, allora come piccole insolenti puntavano le calcagna giù per il buchino e stiravano le gambe inarcandosi… quello era tirarsela…. e dovevi vedere quando ogni tanto scappava la fregna umida dal calcagno!!! schicchere di carne sopra la fronte…. e distese a terra prima dall’orgasmo”

ridatemi il benvenuto, sono tornato…….