mercoledì 15 aprile 2009

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Mi si ruppe lo sguardo
infranto come il vetro.
Il parallasse sopra il cervello
si piegò come un uncino
e quando la polvere delle sue scarpe
si battè a terra come la pioggia,
io, cauto,
da dietro il vecchietto che mi passò veloce,
raccolsi da terra il senso del vuoto
e l'agire impudente.
Bruciava come una lama tagliente
e puzzava di mille corpi o più.

martedì 7 aprile 2009

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Il colore bruno si aprì per gradi inconsueti,
una cerniera di merletti uncinati
si stese ai piedi di setosi fili
e piccoli e torciuti fusi
si alzarono come il delirio
piegato in sù.
Tutto attorno ovatte di colori e orlate pelli.