giovedì 19 febbraio 2004

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la battaglia della pelle fu stancante e secca
tanto che lo sfregare i desideri lasciava rimorsi di palle arse.
le mie mani sulle chiappe larghe dei sensi corrotti dall’essenziale ristagno.
piccoli riccioli nel vezzegiato scoprire al mondo il buco dentro il quale cado…
ogni sera.

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sto dialogando con una fregna davanti al televisore.
Non è un ragazza che tiene le terga, molli, sopra una sedia davanti al mio televisore,
ma sto parlando letteralemtne al mio televisore dietro al cui tubo traspare il viso di merda di una fighetta che balla mentre si tiene per mano ad un tizio nello sprofondare della sera.
qui a casa, invece, niente di romantico, Roma piove come se pisciasse mbriaca e io come un coglione a fissare il monitor e aspettarmi una risposta.
E’ proprio una troia, se mi fa incazzare la spengo. Sta zoccola

venerdì 13 febbraio 2004

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ho appena sparecchiato la sera e credo di aver lasciato macchie di sugo e besciamella alla fine di quest’ora.
Sono preoccupato per il mio trasandante sudiciume. Credevo fossi arrivato al margine, ma ora lo sporco trasborda come un lenzuolo rottto in tagli di zucchine all’uovo e formaggi pressoffusi, per lì dove il lavello precipita in basso. Quell’affare di latta in mezzo alla cucina, col culo di porcellana e il retto, dritto, infilato dentro al muro, sembra una candela alla fine di una scopata.
Da bambino facevo in piccoli pezzi la cera che rimettevo al fuoco in un ciclico supplizio… ora lo stesso ciclo con piatti, pentole e paternali.Ah cazzo ho scordato una zoccola accesa, con la lucina rossa che mi punta tra le gambe.
Vado a segnarmi quel sito e torno.

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ti ho sfiorato la bocca, distorta.
rotta per dove un saltato pixel ti ha regalato un sorriso aperto.
Aperto come il culo di te dietro al monitor.
3 o 4 periferiche corrotte per ogni troia

giovedì 12 febbraio 2004

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avvicina il tuo indice agli occhi, e guardala dietro al profilo.
le sue labbra dischiuse.
ora aspetta che ti si scappelli l’unghia.

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sto cagando e guardo il pomello del bidè.
sanno di riccioli e schiume che si incastrano.
spesso ai peli,
altre volte a fini sentori che sanno d’acero,
altre ancora a quotate intuizioni.
sono solo pensieri con il collo d’anatra.,
ricurvi in cerca di silenzio sotto al cesso.

lunedì 2 febbraio 2004

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mi sta prendendo , lentamente, il viso e poi gli occhi e mi abbandono come un coglione a quell’ insensato sentire sordo sulla pelle della faccia fino a che non mi prenderà il sonno diretto, sarcastico a labbra soottili e poche parole fitte e taglienti che mute mi inculano dopo l’ultimo rutto.12 gradi

e pochi preamboli prima della fitta nel culo

domenica 1 febbraio 2004

vinacciolo di Giselle

vinacciolo di Giselle:
- volumi 11,5
- denominazione non controllata
- rosso secco
- da consumare tra 11/23 gradigià alla valutazione visiva il colore bruno della sua pelle, sotto alla pancia, presumeva africane discendenze. il colore rubino delle sue labbra con riflessi granata sotto al monte di venere, accende i riflussi di infezioni italiche. intenso e profondo l’odore tra i follicoli infestati, ci promette notevoli ricchezze di aromi sotto alle labbra. Un calore non dovuto di arse pestilenze lontane due miglia, fino a sotto le ascelle ci ricorda di colline di vigne e cazzate. Buono infatti il bouquet con sentori di frutta matura, soprattutto ciliegia e prugna e corretta la bocca con note di tabacco e cioccolato che accompagnano un finale sostenuto.

- Prezzo: 30 euro

vinacciolo di Silvia

vinacciolo di Silvia:
volumi 12,5
denominazione balcanica incontrollata
bianca rosata
da consumare tra 22/23 gradiLo stupendo colore rubino dai riflessi violacei ben s’accompagna con le venate fitte di dolori nascosti sotto al mento. Con i profumi di frutta rossa (mora, lampone, susina) nascosti tra le sacche di una vagina gonfia, con un lieve sentore speziato di legno, il tuo menbro si avvizzerà nel tessuto tabasco delle mutande. In bocca è caldo, di buona struttura con note di vaniglia e di tostatura nel crescendo finale. In traslucenza si intravede il profilo arrossato delle colline di Pristina, i suoi peli torciuti e le viti ramate all’imbrunire.
Ottimo il prezzo: 20 euro
Difficile il reperimento, sta morendo di infezioni silenti.

vinacciolo di Bernadette

vinacciolo di Bernadette:
volumi 12
denominazione controllata d’oltralpe
bianco fine e smeraldo
da consumare tra 12/13 gradiSaint-Hilaireè un antica abbazia, circondata da vigneti nei pressi della città di Carcassonne, in cui nel 1531 i monaci benedettini scoprirono che le loro donne potevano fruttare denaro fruttate com’erano tra le natiche. Oggi soltanto la bella Bernadette produce ancora quel piacere viscerale che ti annoda i pelli delle palle sotto all’imbocco della patta. Si trova facilemnte in commercio lungo la dorsale che ti sbatte in testa proprio dietro alla Roma-Ostia 222. La sua fragranza ottenuta da un’asciutto riverso di sperma e uve rigorosamente selezionate con una seconda fermantazione in pancia e un finale affianemento in bottiglia che dilata l’orletto di carne ed essuda puzze.

il prezzo da intenditori: 80 euro
Le ultime volte era distesa, lunga, nel margine destro di una Roma atrofica.