Era il giorno di Emma, un sorriso innocente e gli occhi grandi di gioia. Avevo il sapore di carta panata in bocca, l'odore dei santi attorno e, dietro il profilo del raso bianco, sua madre tronfia e gonfia come quel suo culo che sapevo non meno.
Il gesto di pace che non m'avrebbe assolto, in questa vita almeno.
Così iniziò quella domenica di quasi inverno.
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